L’abbandono dei Social Media
Oggi ho pubblicato l’ultimo post sul mio profilo personale di Instagram e dal momento che rappresenta un momento molto particolare del percorso che ho intrapreso insieme a questa Community, penso sia necessario riproporre anche qui il testo di spiegazione. Buona domenica!
Questo è il mio ultimo post. Su questo profilo non ci saranno più nuovi contenuti. Questa decisione si fonda sulla convinzione che i social media, per come vengono vissuti oggi, trasformino le nostre vite in serie TV e che la dimensione privata sia ormai totalmente appiattita sull’esposizione pubblica.
Il mio lavoro è quello di produrre pensiero filosofico, attraverso video approfonditi e libri, ma l’interferenza della mia vita “privata”, per quanto faccia breccia emotiva sul pubblico, rischia sempre di erodere il buon lavoro che si cerca di fare, creando “distrazione da engagement”. Io cerco un pubblico che mi segue per il mio pensiero, non per la marca delle mie mutande.
Non solo la sovrapposizione di privato e pubblico alimenta una relazione parasociale in cui chi crea contenuti è percepito sempre di più come un “amico” dal follower, ma impedisce al personaggio pubblico di vivere davvero i momenti privati della vita: se ogni volta in cui scatto una foto al mio cane lo faccio con il retropensiero dell’effetto che avrà sulla community, sto veramente ammalandomi di una cosa brutta.
Sono convinto che la ricerca di attenzioni sui social stia corrodendo la nostra capacità di essere in pace con noi stessi: la vita pubblica è pervasa dalla necessità di mostrarsi per ciò gli altri si aspettano da te, impedendoti di fare quella necessaria introspezione che richiede una sana lontananza dalle maschere dei social. Io non sono quello che mostro al pubblico, dimensione interiore e pubblica sono tra loro irriducibili, e mostrare la mia vita privata come se fosse pubblica è, di fatto, mentire a me stesso e a voi.
Pubblichiamo la vita privata per mostrare quanto siamo brillanti, fighi, irreprensibili, straordinari, ma non è così: siamo insicuri, traballanti e confusi come lo siamo stati fin dalla notte dei tempi. E avere sempre il pallino di mostrarsi condottieri trionfatori dell’esistenza non fa che alimentare un autoinganno che ci allontana dalla confidenza con il Sé e fa perdere contatto con la propria interiorità. Per il pubblico questo meccanismo è però ancora più velenoso.
Infatti, vedere la vita fintamente meravigliosa dei nostri beniamini ci porta spesso a svalutare in modo irrecuperabile la nostra quotidianità: “Se il mio streamer di fiducia, che magari è un ragazzo come me, ha una vita così perfetta, perché io mi ritrovo con una vita tutta rotta e scalcagnata?” E dimentichiamo il fatto che si tratta di una doppia menzogna: in primo luogo, la vita del tuo streamer è scalcagnata proprio come la tua; in secondo luogo, la tua non è poi così miserevole quanto il confronto con quella menzogna ti fa percepire. Tutto diventa quindi finzione, una serie TV, ma l’effetto è quello di odiare un po’ di più la propria vita reale.
Per tutto questo ho deciso di non pubblicare più nulla di privato, della mia vita in famiglia, dei miei svaghi, non perché sia diventato avaro di contenuti (di quelli filosofici ne avrete sempre a gogò, se ne vorrete) ma perché voglio proteggere la mia vita privata e non fornirvi menzogne articolate per dubitare della vostra vita. La mia vita è piena di inciampi, fallimenti, difficoltà ed errori, proprio come la vostra, e non sarò mai brillante quanto la mia immagine pubblica artefatta vi ha forse fatto percepire. Io ho bisogno di segregare il privato dal pubblico non al fine di mentirvi, ma proprio per proteggervi dalle mie menzogne.
Qualcuno potrebbe sentirsi deluso da ciò, perché il contatto con la mia virtuale quotidianità dona un senso di familiarità, e ciò potrebbe compromettere la relazione che (non) abbiamo attraverso i social. Ma il contatto che avete con me non è quello con un conoscente o un amico, ma quello con una persona che attraverso uno schermo vi parla di filosofia per spingervi proprio a prendere in mano la vostra vita, e non confrontarla con quella di altri. Questa decisione aumenterà lo spazio pubblico del mio lavoro e, se un po’ vi fidate di me, col tempo ne trarrete grande giovamento.
A questa decisione si accompagna un accrescimento della qualità delle live su YouTube e dei contenuti della newsletter: in quei luoghi troverete sempre maggiori strumenti per comprendere voi stessi e il mondo che vi circonda. Sono sempre il Rick DuFer che avete imparato ad amare, ora scevro di falsa familiarità. Rimarranno attivi gli account di Daily Cogito (Instagram e Facebook) dove potrete rimanere aggiornati su tutte le attività, online e onlife. E ci incontreremo spesso dal vivo, con spettacoli e conferenze (lì sì che potremo conoscerci davvero, seppur per pochi istanti ma preziosi).
Spero che questa decisione venga presa per quel che è, ovvero il tentativo di migliorare ancora la Community, di cercare un modo per vivere in modo proficuo e umano questi spazi virtuali, di accrescere la consapevolezza mia e vostra nell’avventura sgangherata che questo XXI° secolo ci ha offerto. Vi auguro di riappropriarvi, nei modi che riterrete più opportuni, della vostra interiorità, separando nettamente la vita privata da quella pubblica e tornando a dare importanza al Sé, l’unico modo per esistere serenamente, da esseri umani per bene.