Sapete qual è la cosa che mi rende più orgoglioso del mio lavoro? La possibilità di chiamare “amici” molti degli ospiti che sono stati ai Cogito Studios in questi anni.
Lo devo proprio dire: poter contare sull’amicizia (non sulla semplice conoscenza o collaborazione, come capita a moltissimi miei colleghi) di persone come Marco Cappato, Vittorio Emanuele Parsi, Roberto Mercadini, Alessandro De Concini, Valerio Rosso, Francesco Costa, Romina Falconi (e mi fermo qui ma potrei andare avanti all’infinito), con cui abbiamo stretto una forte relazione di reciproca stima dopo le trasmissioni fatte insieme è, per me, il più grande segnale del buon lavoro che stiamo facendo. Non i numeri, non i soldi, non i like: le persone e la relazione costruita.
MA ATTENZIONE: non sono qui per flexare, giuro. Sono qui per dire una cosa importante che può essere utile: questo risultato si raggiunge quando le persone che incontri sono il tuo scopo e non il mezzo per raggiungere qualcos’altro. Lo voglio ribadire: se quando parli e interagisci con le persone lo fai allo scopo di interagire con quella persona, allora potrà svilupparsi un rapporto che vada oltre la reciproca strumentalità.
Se invece, quando interagisci con qualcuno lo fai solo perché quel qualcuno ti permette di raggiungere qualcosa di altrimenti irraggiungibile, starai sprecando un’occasione anche nel caso tu raggiunga l’obiettivo preposto.
Ovviamente, non c’è alcuna garanzia nel primo caso: io potrei creare un rapporto trasparente con qualcuno e scoprire che non c’è chimica, connessione. Ma anche se dovesse accadere ciò, aver messo la persona quale scopo del rapporto mi farà capire in modo chiaro perché quel rapporto non è andato a buon fine. Se io invece uso l’altra persona come “mezzo” (e non sono quindi interessato a conoscerla, ascoltarla, aprirmi), non capirò mai perché la nostra relazione avrà funzionato o meno: sarò completamente cieco a quel che mi sarà accaduto, e questo è terribile anche di fronte a like, views e ricchezza.
Questo punto per me è sempre più essenziale: non usare gli altri come mezzi ma fai che il tuo agire ponga gli altri come scopo. Il resto (ovvero: i numeri, i risultati, i traguardi) verrà da sé, ma nel mentre avrai aperto relazioni autentiche e non di semplice convenienza. Ad oggi posso dire di aver Cogitato con persone straordinarie, non perché interessato ai “numeri” che mi avrebbero portato (ho portato in studio moltissimi ospiti che non mi hanno né avrebbero mai portato alcun risultato quantitativo), a perché interessato a quello che avevano da dire, alle idee espresse, al carattere incarnato. Insomma, ho Cogitato con ospiti che sono sempre stati lo scopo del mio cogitare.
Questo non lo voglio cambiare mai e, se doveste accorgervi che così non è, vi prego di battere un colpo.